Il nuovo Dpcm sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, dopo essere stato condiviso con Regioni e Parlamento. Un mese di divieti per evitare che le vacanze pasquali si trasformino in un «liberi tutti», con la possibilità di anticipare di qualche giorno alcune riaperture. Ma si deciderà sulla base della curva epidemiologica che al momento non accenna a scendere.
Le nuove regole saranno annunciate lunedì prossimo e, già da questa settimana, anche le ordinanze sul cambio di fascia saranno operative dal lunedì «per consentire ai cittadini e ai titolari delle attività di organizzarsi». Gli allentamenti saranno minimi: rimane il coprifuoco, l’obbligo di mascherina all’aperto e al chiuso, il distanziamento. Fino al 27 marzo resta il divieto di spostamento tra Regioni. Coinvolgere costantemente le Regioni, informare il Parlamento, consentire a deputati e senatori di presentare i loro suggerimenti e comunicare con largo anticipo ai cittadini le decisioni prese dal governo, dai decreti alle ordinanze. È il metodo con cui Draghi segna una discontinuità rispetto all’esecutivo di Giuseppe Conte. A Palazzo Chigi si cercherà di chiudere il nuovo Dpcm entro il weekend. Un’altra novità, decisa per rendere più veloce l’erogazione dei ristori, è la scelta di aprire la cabina di regia politica di Palazzo Chigi, in cui si prendono le decisioni per il contrasto al Covid, anche ai ministri economici. Ne fanno dunque parte, oltre al premier e al sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli, i ministri Giorgetti, Patuanelli, Speranza, Gelmini, Bonetti e Franceschini. Rimane il sistema dei colori: Rosso per la fascia più alta di rischio, arancione per quella intermedia, giallo per le regioni con il minore livello di sofferenza e bianco per quelle che, si spera prima possibile, potranno dirsi libere dal Covid. I governatori hanno però chiesto di «fare un tagliando ai parametri» e Draghi ha deciso di istituire un tavolo, con il ministero della Salute, l’Iss e i tecnici delle Regioni, per discutere di come modificare la raccolta dei dati, dall’Rt alle terapie intensive.
I ristoranti non apriranno la sera.Troppo alto, questo dicono gli scienziati, il rischio causato dalla circolazione delle persone e soprattutto dagli assembramenti.
Piscine e palestre rimarranno chiuse. Si sta valutando la possibilità di autorizzare esclusivamente le lezioni individuali, ma anche in questo caso la scelta dipenderà dall’andamento dei contagi.
Il ministro della Cultura Dario Franceschini vorrebbe musei aperti anche nel fine settimana e non come avviene adesso soltanto nei giorni feriali. La risposta degli scienziati su questo, ma anche sulla ripartenza degli spettacoli dal vivo, arriverà domani. Franceschini vorrebbe anche la riapertura dei cinema e teatri. Il protocollo depositato ieri al Comitato tecnico scientifico prevede regole più severe per cinema e teatri: mascherina Ffp2 obbligatoria sempre, biglietti nominativi prenotati online per consentire il tracciamento ed evitare il pagamento alle casse, sanificazione al termine di ogni spettacolo, ultima visione entro le 22, ingressi contingentati. Ma non è scontato che tutto questo sarà sufficiente a consentire il via libera. Chi vive in fascia gialla e in fascia arancione può andare nelle seconde case anche se si trovano fuori regione. Non si può invece andare in una seconda casa che si trova in fascia «arancione scuro» e in zona rossa. Chi vive in fascia «arancione scuro» e in zona rossa non può uscire dal comune di residenza e dunque non può andare nelle seconde case, anche se si trovano in fascia gialla o in fascia arancione.