Il corpo trovato carbonizzato domenica sera 25 luglio, nelle campagne di San Giuliano Terme (Pisa), a pochi chilometri dalla città è dello studente siciliano, Francesco Pantaleo, 27enne di Marsala (Trapani), scomparso da Pisa, sabato scorso 24 luglio. E’ stato identificato attraverso i campioni di Dna concessi dai genitori agli inquirenti. Il giovane studente di ingegneria informatica risultava irreperibile da sei giorni, dopo l’allarme lanciato dalla famiglia che risiede in Sicilia, e nella sua abitazione erano stati trovati tutti i suoi effetti personali: occhiali da vista, telefono cellulare, computer (nuovo e dal quale forse cancellati alcuni file) e bancomat. Il padre ha riferito di aver avuto l’ultimo contatto con lui venerdì scorso. Era sereno. “Non riusciamo a capire – ha dichiarato l’uomo, convinto che il figlio si fosse allontanato volontariamente – Sembra si stia parlando di un’altra persona. Mai avrei pensato che mio figlio potesse fare una cosa del genere, non è da lui, ragazzo serio, senza grilli in testa”. Il giovane aveva riferito “che avrebbe avuto l’appello di laurea il 27 luglio, ma quella data non risulta”, ha detto il padre. I genitori avevano poi lanciato un appello: “Qualsiasi cosa sia successa, tutto si sistema, torna”. Da giorni squadre di terra, anche volontarie, erano al lavoro sugli argini del fiume Arno nell’ipotesi che il ragazzo fosse morto a causa di un incidente o di un suicidio; così evidentemente non era.
Nelle scorse ore sulla pagina Fb spotted Unipi, molto frequentata da universitari pisani, una ragazza, rimasta anonima, aveva indirizzato una lettera-appello al giovane sparito nel nulla: “Non ti conosco ma ho avuto il sospetto che sulla tua scomparsa c’entrasse l’università e sai perché? Perché ci sono passata anche io e tantissime volte avrei voluto lasciare tutto perché mi sentivo così in difetto e una continua delusione per i miei genitori. Anche io studiavo ingegneria informatica e più che un corso di laurea per me era una sofferenza”.