Emanuele Lo Presti, socio dell’Associazione “Santa Maria” di cui fanno parte i produttori agricoli di Gela e Niscemi, scrive una lettera che oltre a costituire uno sfogo, è un appello all’Assessore regionale all’Agricoltura Antonino Scilla. La stagione dei carciofi, prodotto su cui gravita l’economia di centinaia di famiglie, è in fase avanzata e se non vengono adottati con urgenza i provvedimenti necessari, andrà in fumo il lavoro di tantissimi lavoratori.
Testo della lettera:
Sono un imprenditore agricolo e mi occupo in primis di carciofi, ma anche di grani antichi e non solo. Voglio esternare e tutti lo sconforto che in questo momento stiamo vivendo a causa di un crollo del mercato dovuto anzitutto a tutte le chiusure forzate di ogni attività commerciale (causa covid-19) ma anche per l’arrivo in Italia di prodotti dalla Tunisia e dall’Egitto. Si tratta di prodotti che, a causa del basso costo di produzione, non ci permettono di essere competitivi sul mercato italiano, cioè “a casa nostra”.
E poi c’è anche la beffa! Noi raccogliamo i nostri prodotti per un prezzo che non ci permette manco di pagarci le spese raccolta, mentre ai consumatori italiani tocca comprare nei banchi della distribuzione organizzata a prezzi proibitivi. Questo succede con la complicità della politica, incapace di affrontare in modo serio e definitivo questo problema. Quella di “crisi di mercato”, non è una parola fine a se stessa ma racchiude una serie di problemi legati al territorio. La Crisi del mercato agricolo si trascina a cascata in una serie di settori come i trasporti, gli imballaggi, il settore dei concimi, delle macchine agricole degli artigiani, dei trasformatori, i rivenditori ma sopratutto non si ha più bisogno di manodopera del territorio.
Tutti questi settori sono fatti di centinaia o migliaia di famiglie composte da figli e genitori, genitori che stanno perdendo la dignità per la mancanza lavoro.
Per chi non avesse capito cosa vuole dire perdere il lavoro, questo significa non avere il coraggio di guardare negli occhi la propria moglie e i propri figli. E non parlo di un padre o due o dieci ma di migliaia di padri che lavorano nel settore. Oggi l’agricoltura invoca a gran voce l’aiuto della politica, la politica quella vera che ama le sorti del suo territorio, e non i politici che amano fare le sfilate sulle passerelle per poi sparire nel nulla. Voglio fare notare a quanti leggono questo mio sfogo, che a vivere in un territorio depresso non ne trae benefici nessuno, nemmeno i governanti. Questo è il momento che il nuovo assessore regionale all’agricoltura Antonino Scilla, dia un segnale forte al governo regionale prima e a quello nazionale dopo, affinché dimostri che veramente la sua figura sia quella di nostro “rappresentante”, a differenza dei soliti incapaci che lo hanno preceduto. Tutti gli agricoltori siciliani, caro Assessore, aspettiamo un suo segnale in tempi brevissimi visto che la campagna è in una fase molto avanzata.”