Siamo arrivati al punto di non ritorno.
Il Sud e la Sicilia sono ormai condannati ad una fine economica e sociale irreparabile, qualcosa dalla quale non potranno più risollevarsi per decenni.
A parte i dati sulla disoccupazione giovanile e femminile, in crescita ormai da molti anni e sui quali il governo regionale ha steso un velo pietoso (sembra quasi che non interessi più a nessuno), a parte questo dato allarmante, la cosa più grave è la mancanza di prospettive, l’assenza di possibilità future, una speranza nel domani sempre più flebile e incerta.
La prossima autonomia delle regioni settentrionali (Lombardia, Emilia e Veneto), di fatto sancisce la divisione dell’Italia in regioni ricche, nelle quali è maggiore l’impiego di capitali nazionali e l’impegno nelle infrastrutture, nella sanità e nella scuola, e regioni tradizionalmente povere di risorse, indietro nelle infrastrutture, e di conseguenza impreparate ad affrontare un mercato globale che richiede invece strumenti innovativi e moderni.
Un governo a trazione leghista non può riservarci nulla di buono: ha persino abolito quel “Progetto Sud” che aveva illuso quanti hanno creduto alle fandonie e alle bugie di un Salvini che non meriterebbe un solo voto dalle popolazioni del sud e che invece, fenomeno a dir poco incredibile, continua a mietere successi e voti.
C’è persino chi alla Regione spera di allearsi con Salvini e sono le più alte cariche.
E’ inconcepibile! Spero che i Siciliani comprendano che è necessario un cambiamento radicale: non possiamo solo avere paura dei migranti.
E’ ora di reagire e costruire insieme una Sicilia nuova che non sia più serbatoio di manodopera intellettuale e di voti, ma che assuma il ruolo centrale che le compete nel Mediterraneo e in Europa.
Per raggiungere tali obiettivi bisogna lanciare i giovani nella mischia valorizzandone le eccellenze e ripristinando la legalità ormai smarrita in quasi tutti i settori
Salvatore Giunta
Coordinatore cittadino
Italia in Comune – Caltanissetta