Continua a riscuotere grande successo la mostra dal titolo “Erranza e Approdi“, degli artisti Manlio Geraci e Vincenzo Ognibene, che dal 20 giugno, e fino al 19 luglio 2015, è allestita a Caltanissetta nelle Sale dello storico Palazzo Moncada.
Una mostra di opere pittoriche e istallazioni aventi per oggetto tre focus: lo sradicamento dalle terre, l’Inquisizione in Sicilia e l’ebraismo della diaspora, la nuova immigrazione nel Mediterraneo.
Ovadia IncudineA visitare la mostra, accompagnati dall’assessore alla Creatività e Cultura Marina Castiglione, ieri sono stati due personaggi illustri, Moni Ovadia, attore teatrale, drammaturgo, scrittore, compositore e cantante, ebreo progressista da sempre attento alle istanze del popolo palestinese, e Mario Incudine, uno degli artisti più rappresentativi della nuova world music italiana, interprete di un modo nuovo di cantare la Sicilia fra il cantastorie e il cantautore.
“Sono venuto a Caltanissetta e la cosa bella e inaspettata che mi è successa è stata quella di assistere ad una mostra di grandissimo impatto, significato e valore espressivo artistico, ma anche di grande valore etico e politico nel senso nobile della parola”. Queste sono state le prime impressioni di Moni Ovadia dopo avere visitato “Erranza e Approdi“. “Scegliere una mostra di questo tipo – ha proseguito Ovadia – che mostra il cammino e i travagli dell’uomo, individuati anche in certi topos della nostra cultura occidentale, come la persecuzione antisemita e l’inquisizione, un uomo costretto ad andare oltre l’odio e la violenza, rappresentato con la pietas di un segno artistico di forza grandiosa, anche nell’allestimento (la sala finale è davvero da mozzare il fiato), mostra come l’arte può svolgere una funzione cruciale nel nostro mondo, può toccare le coscienze, proprio per la sua caratteristica che trasfigura e non cerca di argomentare con la retorica ma con la forza icastica delle immagini che mettono in moto emozioni e sentimenti”.
Mario IncudineForte apprezzamento per la mostra anche da Mario Incudine. “Queste mostre, e soprattutto questo lavoro, sono le cose che fanno bene alla Sicilia a alla sua immagine. Io – ha commentato Incudine – mi batto da sempre per dare un immagine nuova attraverso la musica, rispetto a una Sicilia stereotipata, ormai stantia, oleografica, quello che si esporta della Sicilia è quello che non c’è, quella che non è la verità. Manlio Geraci e Vincenzo Ognibene – ha continuato Mario Incudine -sono riusciti con una mostra a fare vedere la verità di una terrà meravigliosa, che ha avuto delle sofferenze, ma che oggi, forse più di ieri, riesce a essere la culla del Mediterraneo. Questa è la Sicilia che dobbiamo esportare – ha concluso Incudine – non le magliettine con le tre scimmiette non sento, non vedo e non parlo, ma la mostra di questi due grandi artisti che dovrebbe andare in ogni città d’Europa”.