55 anni fa “I have a dream”. Martin Luter King, cedeva il suo posto a un prepotente passeggero “bianco” del tram su cui stava viaggiando, seduta, una passeggera di colore. Il “passeggero bianco” pretendeva dalla signora che si alzasse e lo facesse accomodare al suo posto perché così era scritto in quella abominevole legge sulla discriminazione razziale. MLK avviò una fortissima azione politica che si concluderà con la cancellazione di quella disumana legge in tutti gli States. Ne è passata tanta di acqua sotto i ponti ma la discriminazione non ha ceduto il passo all’accoglienza, alla tolleranza, alla parità di diritti, neanche nella civilissima Europa, già macchiatasi di olocausti di recente memoria. Il 3 dicembre si celebra la giornata internazionale della disabilità. Bisognerebbe convocare gli stati generali della disabilità per capire se e in che modo si sono raggiunti traguardi di cui essere pienamente o anche solo parzialmente soddisfatti. Domani dobbiamo riflettere sulla condizione di salute e sulla qualità di vita delle persone con disabilità. Qualcuno ha affermato che rispetto a 30, 40 0 50 anni fa è cambiato moltissimo. Sarà vero ma la realtà che le famiglie vivono giornalmente ci offre tutt’altra chiave di lettura. ANFFAS Onlus ha festeggiato i suoi 60 anni di vita e in queste ore sta celebrando il consueto convegno (ogni anno il 3 dicembre) sulle problematiche poste in essere dalla disabilità. Quest’anno il tema è incentrato sull’invecchiamento sia delle persone con disabilità che delle rispettive famiglie. In tutta Italia si accavallano manifestazioni, convegni, dibattiti, feste e quant’altro. In una società civile sul vero senso della parola, non dovrebbero esistere una o più associazioni a difesa dei diritti delle persone con disabilità. Purtroppo il nostro presunto grado di civiltà è molto, molto basso. E più si scende geograficamente in questa nostra penisola, più il livello si abbassa. A sud la disabilità si vive esponenzialmente peggio rispetto alle regioni del centro nord. È solo una questione di soldi, di fondi, di sostegni finanziari? credo proprio di no. È una questione culturale? Certamente si. È una questione razziale? Temo di si. Come difendersi? Come fronteggiare l’indifferenza della società civile, della scuola, della Pubblica Amministrazione, delle istituzioni pubbliche e private, del mondo del lavoro, del mondo dello sport, e così via? Di certo superando le incredibili divisioni che si stanno fomentando in questo vasto mondo che è la disabilità. Il mondo associazionistico deve ri-unirsi per combattere battaglie che in questo modo ci vedono soccombenti rispetto alla dilagante e cinica azione di “annullamento” di centinaia di migliaia di persone con disabilità. Servizi scolastici, servizi sanitari, servizi domestici, diritto all’ascolto, allo studio, allo sport, al lavoro, e decine di altri diritti, costantemente violati, negati, fa della nostra nazione una delle ultime non solo in Europa. All’interno del nostro mondo si registrano interessi diversi da quelli strettamente legati alla disabilità e per questo non riusciamo a impegnare tutte le risorse, ancorchè esigue, di cui potremmo disporre. L’auspicio immediato è quello che si possa aprire un tavolo di confronto intanto tra le componenti, direi concorrenti, del nostro ambito. Associazioni, famiglie, pcd, enti, istituzioni, debbono imparare a programmare insieme, a rivendicare insieme, a contrattare insieme, a fare massa critica per evitare, al contrario, la
distruzione di massa. In un momento in cui le risorse pubbliche si assottigliano, nonostante le diverse sentenze dei Tribunali, della Corte dei Conti, del Consiglio di Stato, ecc., dobbiamo utilizzare molto meglio le risorse di cui disponiamo. Dobbiamo imparare a fare rete, a rispettarci reciprocamente se vogliamo essere rispettati. Per concretizzare ciò è indispensabile spogliarsi degli egoismi che ci pervadono e renderci realisticamente disponibili e umanamente tolleranti. Se già al nostro interno ci discriminiamo, perché mai questa società che definiamo civile deve comportarsi diversamente!?
Le patologie, le malattie rare, sono tantissime e tutte pesanti da sopportare e da gestire. Qualcuno ha voluto creare una assurda differenza tra pcd gravi e gravissime, di fatti, costruendo delle barriere non solo culturali, aldilà delle quali la pubblica amministrazione non può che collocarsi criticamente e disinteressatamente, per non dire con grande indifferenza. Nella giornata in cui ci richiamiamo ai valori indiscutibili sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti di tutte le persone con disabilità, convenzione che dopo dieci anni dall’entrata in vigore nel nostro Stato rimane ancora una eccellente sconosciuta, vogliamo credere e sperare che si ri-trovi la via dell’unione, della compattezza, della complicità se vogliamo, su precisi impegni sociali, morali, etici, politici, culturali e solidali.
Также заявителю могут являться предложены продукты страхования, стандартно говорится о страховании жизни и здоровья заёмщика. Это добровольная работа, не обязательная для подключения. По законодательство, в том случае, если гражданин заключил соглашение страхования при оформлении кредита http://vhod-v-lichniy-kabinet.com.ru/ubrir, он смочь в последствии отказаться от него, но только на протяжении 5 дней. После возвращать страховку по кредиту Убрир будет уже нельзя.
Non disponiamo di un Martin Luter King della disabilità, non abbiamo leggi razziste ma i comportamenti degli uomini, specialmente di quelli che ci governano a tutti i livelli, sono ispirati da sentimenti razziali non più tollerabili. Lungi da me proporre un qualsiasi paragone con un uomo di tale levatura mondiale, nel mio piccolo anch’io coltivo un sogno: quello di scoprire che non ci sia più bisogno di rivendicare i diritti umani delle persone con disabilità perché il loro rispetto è un fatto automatico. Se vogliamo, diciamo basta e agiamo in piena sintonia. Solo in questo modo daremo risposte alle famiglie, specialmente a quelle invecchiate, alle persone con disabilità di tutte le età e di tutte le patologie.
Con questi propositi salutiamo e abbracciamo tutte le persone con disabilità, le loro famiglie, stanche, esauste ma con una carica e una dignità che merita il nostro impegno, la nostra considerazione, il nostro amore.
Presidente Anffas Onlus Caltanissetta
Maurizio Nicosia