Una dottoressa del Policlinico messinese e’ stata aggredita ieri sera dai familiari di un paziente col covid cui aveva spiegato che era impossibile entrare nel reparto considerate le norme anticontagio. Secondo le testimonianze il medico e’ stato preso a calci e pugni e le percosse sono continuate mentre era a terra. Quattro persone sono state identificate dalla polizia. La dottoressa si e’ fatta medicare al pronto soccorso ha presentato denuncia e oggi e’ tornata a lavoro. Il rettore dell’ateneo messinese, Salvatore Cuzzocrea, ha espresso solidarieta’ “alla collega dell’unita’ di Medicina d’Urgenza e ai colleghi del Pronto Soccorso aggrediti in maniera fisica e verbale al Policlinico”. “L’amministrazione universitaria – dice una nota – ribadisce altresi’ la sua vicinanza a tutto il personale, medici, infermieri e amministrativi, che giornalmente nell’Azienda ospedaliera, in questa fase delicata della pandemia, e’ impegnato in prima linea a garantire i servizi e le cure all’utenza. Vero e’ che quanto accaduto non e’ direttamente riconducibile all’emergenza Covid, ma occorre anche notare, con dispiacere, come il contesto attuale e le difficolta’ indotte dalla pandemia molte volte ingenerino la proposizione di osservazioni sterili, se non fuorvianti, e che in ogni caso tendono ad ingenerare nell’opinione pubblica una visione deteriore della maggiore struttura ospedaliera della nostra citta’, i cui operatori, pur tra mille difficolta’, non diversamente da quanto avviene nel resto del Paese, prestano la loro opera con professionalita’, spirito di dedizione e sacrificio”.
Grave episodio di aggressione e minacce avvenuto nella giornata di ieri nei confronti degli operatori sanitari dell’ Hub vaccinale del PalaCossiga a Gela. “Esprimiamo vicinanza e solidarietà ai colleghi coinvolti. Tali eventi non sono più tollerabili e devono essere denunciati e perseguiti come la legge prevede”. Lo affermano i rappresentanti del Nursind di Caltanissetta commentando l’episodio di ieri a Gela. Una donna, impaziente di attendere il proprio turno per sottoporsi al tampone di fine isolamento, avrebbe ricevuto l’esito positivo e si sarebbe lamentata perché, a suo dire, il tampone non era stato effettuato in modo corretto. “I colleghi – raccontano i sindacalisti del Nursind – per evitare ulteriori polemiche hanno effettuato un nuovo test che ha dato ancora esito positivo. La signora insoddisfatta è andata via e dopo un’ora circa è tornata con il marito che ha iniziato a minacciare e inveire contro gli operatori rei del fatto di aver accertato la positività della signora”. Per il Nursind “è una vicenda davvero incresciosa, che punta il dito sulla questione delle aggressioni e minacce ai danni del personale sanitario che, giornalmente, è sottoposto a continui attacchi da parte di una fetta di utenti che culturalmente non riesce a comprendere il reale sforzo del personale infermieristico e medico in questo periodo di forte pressione. Riteniamo incomprensibile come ancora oggi, mentre il mondo intero ci ha definiti angeli ed eroi, si verifichino ancora atti di violenza di questo genere. Non c’è più tempo da perdere, ma questo è il momento decisivo per attivarsi seriamente e avviare un confronto per trovare soluzioni logistiche, di potenziamento dell’organico e dei sistemi di video-sorveglianza, per permettere ai lavoratori di poter svolgere la propria professione”.