I poliziotti della Squadra Mobile, diretta dal Vice Questore Aggiunto Marzia Giustolisi, nel corso dell’attività di contrasto ai reati di ricettazione di oggetti preziosi trafugati durante i furti in appartamento di questo capoluogo, effettuava controlli mirati nei registri di commercio dei cosiddetti banco oro di Caltanissetta e provincia. Presso un banco oro di un comune limitrofo, venivano notate quattro operazioni di vendita preziosi sospette perché effettuate da soggetti con precedenti per furti in abitazione. Pertanto gli investigatori provvedevano a visionare e fotografare gli oggetti in oro ancora in giacenza. Quindi, presso gli uffici di Polizia, si provvedeva ad estrapolare le recenti denunce di furti di oggetti di oro, essendo detti preziosi ancora presso il compro oro, e, una volta individuate le vittime che avevano ricevuto la visita dei ladri e che avevano denunciato i fatti presso questa Questura, venivano poste loro in visione le immagini degli oggetti rubati che venivano riconosciuti senza ombra di dubbio come i propri. L’attività investigativa volta ad incastrare gli autori dei furti e della successiva ricettazione continuava a tamburo battente e si procedeva ad interrogare i negozianti che, rispettosi appieno della normativa, avevano ben tenuto i registri in cui annotare gli elementi identificativi di coloro che avevano proceduto alla vendita dell’oro. I commercianti, mostrandosi molto collaborativi, descrivevano i soggetti che avevano proceduto alla vendita e li riconoscevano, in sede di individuazione fotografica. I preziosi, essendo chiaramente provento di furto e oggetto di ricettazione, in un primo momento, venivano sequestrati in attesa di essere restituiti ai legittimi proprietari. Nella giornata di ieri, a seguito di provvedimento dell’Ag, tutti i preziosi sono stati restituiti ai legittimi proprietari ai quali erano stati sottratti.I due presunti ricettatori venivano denunciati: l’uno, un ventenne, per ricettazione di oggetti preziosi per un valore di 1.501,00 euro, l’altro, un venticinquenne, per ricettazione di oggetti preziosi per un valore di 2.870,00 euro, venduti al Banco Oro in tre diverse circostanze, ma anche per truffa poiché, a differenza che nel primo caso, in cui l’oro era stato pagato con assegno circolare che il commerciante riusciva a bloccare in tempo prima dell’incasso, nel secondo caso il commerciante aveva pagato in contanti – essendo cifra inferiore a mille euro – venendo così truffato dal ricettatore che aveva dichiarato che quegli oggetti erano di sua proprietà, causandogli un ingiusto danno..
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