Il governo Conte è già al lavoro per un nuovo decreto Natale, con tutte le misure da osservare fino a Capodanno per tenere la curva del contagio sotto controllo senza scontentare le famiglie e soprattutto dare respiro all’economia. Curva che, secondo l’Istituto superiore di Sanità, sta lentamente raffreddandosi grazie agli effetti dell’ultimo Dpcm del 25 ottobre. Ipotesi al vaglio sul coprifuoco e cenone. Se l’induce Rt del contagio, che verrà diffuso venerdì 4 dicembre si sarà stabilizzato intorno a 1 o addirittura sotto l’1, che è la soglia di guardia, il coprifuoco potrebbe decadere e di conseguenza bar e ristoranti potrebbero riaprire. Se i casi non dovessero diminuire è probabile che il coprifuoco resti, magari alle 23 o alle 24, permettendo però di festeggiare il Natale solo con i parenti più stretti e con la raccomandazione di non riunirsi per il cenone in più di 6 persone, usando mascherine e mantenendo la distanza di sicurezza. L’obiettivo sarebbe comunque quello di avere tutte le regioni in zona gialla, il che darebbe spazio alla possibilità di spostarsi tra Regioni e di poter quindi raggiungere ad esempio la famiglia di origine se si trova lontana. Ma il percorso è tutto in salita, soprattutto per Campania e Lombardia. Altro capitolo delicato è l’apertura dei negozi. Se le regioni oggi in zona rossa, e quindi Campania, Toscana, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Toscana, passassero almeno in quella arancione, sarebbe risolto il problema della chiusura ed anche i centri commerciali, con ingressi contingentati, potrebbero riaprire per rilanciare l’economia. Non sembrano destinati a riaprire i tradizionali mercatini di Natale, il cui stop è arrivato già il 3 novembre con l’ultimo Dpcm. Nuove regole potrebbero arrivare anche per le messe, le cui celebrazioni potrebbero diventare a numero chiuso per impedire assembramenti nelle chiese.
Conte al lavoro sul “decreto Natale”: ecco le ipotesi al vaglio del governo
Tags Conte|decreto|natale