Como, Parma, Pistoia, Terni, Pisa, Mantova, Spoleto, Taranto, Ercolano sono le finaliste selezionate dal MIBACT per la capitale italiana della cultura 2016-2017. Esclusa Caltanissetta. L’intenzione dell’Amministrazione, dichiara l’assessore alla Cultura Marina Castiglione, in ogni caso, è stata raggiunta. Oggi esiste un programma strategico delle iniziative culturali condiviso con le Associazioni. Il bando ha costituito l’opportunità
di conoscere e coordinare soggetti, ha dato l’input alla nascita di nuove associazioni, ha consentito di cominciare a riflettere sull’identità attorno a cui aggregare idee e pensiero. I due progetti attorno a cui si è lavorato, ossia “Nissa ipogea” e “Non omnis moriar”, continueranno a costituire la prospettiva unitaria dell’orizzonte futuro. Molte attività che erano state incluse nel calendario nazionale, ad esempio la rassegna “Erranza e approdi” e il festival di arti contemporanee “Estrazione/astrazione”, si stanno già svolgendo perché funzionali ad un ragionamento culturale complessivo. Il lavoro è all’inizio e, come affermato in premessa al Progetto presentato, dobbiamo imparare a “estrarre” da noi stessi il nostro potenziale, rinunciando all’autoreferenzialità e
investendo su processi virtuosi di collaborazione e scambio. La vera sfida, più che l’attesa di riconoscimenti esterni che in ogni caso sarebbero gratificanti, è costruire una città coesa e con una massa critica pronta a considerare risorsa sè stessa, prima che un finanziamento economico. Il processo è, come sempre, più interessante e persino più importante del prodotto. L’impegno e l’entusiasmo mostrati da tutti i soggetti coinvolti sono il primo patrimonio da cui partire: si è mostrato che esiste una città che non si piange addosso, ma che ha voglia di ripensarsi in maniera transgenerazionale e che sa superare l’inerzia e il vittimismo. Dispiace che nessuna delle tre città siciliane, Caltanissetta, Agrigento e Modica, sia stata indicata per il passaggio al primo step.
Ci sentiamo esclusi, innanzitutto come cittadini siciliani, dai grandi processi di coinvolgimento culturale e dalla considerazione degli sforzi che a partire dai territori si stanno producendo. Le scelte avranno sicuramente tenuto conto del grado di elaborazione delle proposte progettuali, ma possiamo dire con amarezza che il “MIBACT si è fermato a Ercolano.” Ci saranno nuovi bandi, ma non ci saranno nuovi cittadini e nuove progettualità se non impegneremo questo tempo a formare competenze e relazioni che camminino in autonomia, nella considerazione che la cultura non ha bandiere politiche e non si arresta di fronte a crisi finanziarie, ma è innanzitutto crescita civile.
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