Richiesta incontro urgente con la delegazione del Forum Siciliano dei Movimenti per l’Acqua e Beni comuni in merito alla verifica degli adempimenti contrattuali del gestore idrico nella Provincia di Caltanissetta a firma di
Giuseppe M.F. Firrone e Antonino Surace
Indirizzata alla Presidente della Settima Commissione “Trasparenza” del Comune di Caltanissetta Matilde Falcone e per conoscenza ai sindaci della provincia di Caltanissetta
Di seguito nota integrale:
Egr.a Presidente.
come oramai noto, a breve cadrà il decimo anniversario del Referendum Popolare del 2011, nel quale la maggioranza degli italiani (27.000.000) con il 97,9% di SI, ha dato alla politica una indicazione inequivocabile: la gestione del servizio idrico deve essere pubblica e senza finalità lucrative. Sul bene comune per eccellenza e fondamentale per la vita, non deve essere perpetrato alcun profitto.
La Proposta di legge di Iniziativa Popolare e dei Consigli comunali promossa dal Forum siciliano Acqua e Beni Comuni nel 2010, sostenuta da oltre 35.000 firme e dalla deliberazione di 135 Consigli comunali siciliani e di due Consigli provinciali in rappresentanza della maggioranza dei cittadini siciliani, ha dato vita nell’agosto 2015 alla legge regionale 19/15 che all’art.1, senza esitazione, definisce l’acqua “bene comune pubblico non assoggettabile a finalità lucrative”.
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A livello locale, da non pochi anni il Forum regionale ed il Tavolo tecnico dell’acqua si sono adoperati per garantire quell’azione di conoscenza ed approfondimento delle tematiche sulla gestione del Sistema Idrico Integrato, per attuare una azione di partecipazione informata che si deve attribuire, secondo le più recenti indicazioni legislative, alle rappresentanze di cittadini, comitati, associazioni e movimenti, in maniera particolare per la definizione delle politiche ambientali.
La nostra preoccupazione è relativa al fatto che nella provincia di Caltanissetta, la gestione del S.I.I., come risaputo, è demandata, oramai da quasi 15 anni, ad una società privata che agisce in regime di monopolio, e proprio questa situazione avrebbe dovuto fare discendere tutte le conseguenze previste dalla normativa in fatto di soggetti giuridici che operano in tale contesto. Tra queste, fondamentale è il ruolo che avrebbe dovuto assumere l’Ambito Territoriale Ottimale (ATO), ossia quello di ente pubblico demandato ad esercitare il ruolo fondamentale di “azione di vigilanza, verifica e controllo” nei confronti del soggetto gestore privato del S.I.I.
A nostro modesto avviso, il commissariamento dell’ATO CL6, avvenuto ufficiosamente dal 2010 e poi ufficialmente dal 2013, ha portato l’ente ad assumere un ruolo da comprimario e di routine, quasi ad esprimere un “minimo sindacale” nel recepimento delle circolari nazionali e dell’applicazione dell’aumento delle tariffe, inficiando profondamente l’azione di contraltare pubblico della società privata chiamata a gestire il bene primario per la vita delle comunità.
L’insediamento, a norma della LR.19/15, del’Ambito Territoriale Idrico (ATI), avvenuta il 5 dicembre 2019, non ha sicuramente migliorato la questione, ma ha anzi prodotto una duplicazione di enti pubblici di “controllo”, ed una situazione nella quale, in mancanza della liquidazione dell’ATO, quest’ultima continua ad esercitare un ruolo operativo sulla tariffazione e sulla definizione del Piano d’Ambito, relegando l’assembla dei sindaci a comparsa che ancora non ha assunto decisioni importanti a tutela soprattutto degli interessi dei cittadini.
Ad avvalorare le nostre preoccupazioni per una gestione privata della risorsa idrica nel territorio della nostra provincia, permangono le conclusioni alle quali è pervenuta la Commissione tecnica istituita ai sensi dell’art.12 LR.19/15 che, in circa sei mesi di lavoro durante il 2019, ha evidenziato gravi inadempienze contrattuali della società privata, per le quali può essere motivatamente richiesta la rescissione anticipata del contratto. Si può ulteriormente intuire la delicatezza del momento, nel quale la prossima disponibilità di fondi europei, può lasciare spazio ad interessi particolaristici che possono solo essere contrastati dalla massima trasparenza e partecipazione, soprattutto in territori come i nostri endemicamente soggetti a fragilità dettate da interessi illeciti oltre che affaristici.
Per queste motivazioni, Le richiediamo un incontro urgente che consenta ai nostri rappresentanti di esporre le nostre preoccupazioni maturate da anni di presenza sul territorio e da uno studio approfondito delle tematiche della gestione del servizio idrico, finalizzato esclusivamente a tutelare il diritto della nostra comunità ad accedere ad un servizio pubblico essenziale che abbia caratteristiche di trasparenza, efficacia, efficienza ed economicità.”