Assalti ai bancomat con le ruspe e gli escavatori. La Polizia di Stato di Trapani ha eseguito una vasta operazione contro alcune bande criminali attive nelle province di Trapani e Catania. Impegnati oltre un centinaio di poliziotti delle Squadre mobili trapanese ed etnea, coordinati dal Servizio centrale operativo, insieme agli investigatori del commissariato di Marsala.
Tutti sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere, furto, danneggiamento aggravato e simulazione di reato. Numerose le perquisizioni con l’ausilio di unità cinofile dei reparti Prevenzione crimine e di un elicottero del reparto Volo di Palermo.
Sono 22 le persone denunciate, di cui diciotto quelle destinatarie di misura cautelare, nell’ambito dell’operazione denominata “Jammer” che ha individuato gli appartenenti a tre gruppi criminali, tra loro collegati, specializzati nel furto delle postazioni Atm con l’utilizzo di escavatori rubati. Le indagini hanno preso avvio dall’assalto all’Atm di una banca di Marsala nel luglio del 2019 e hanno portato all’identificazione dei tre gruppi accusati di cinque furti. Oltre a quello di Banca Intesa a Marsala sono contestati tre assalti a Xitta di Trapani (al Credito Valtellinese, alla Banca di Credito Cooperativo Toniolo e a una filiale di Poste Italiane) e uno tentato all’Atm del Credito Siciliano di Trecastagni (Catania).
Le indagini della polizia, coordinate dalla Procura di Marsala, hanno progressivamente accertato la presenza di una “struttura catanese”, composta da elementi di provata abilità, che, con procedure di approccio di tipo militare, mettevano a disposizione la propria esperienza nell’esecuzione materiale dell’assalto e di due distinti gruppi, l’uno formato da pregiudicati marsalesi e l’altro da trapanesi, che fornivano assistenza logistica e supporto operativo. Le accuse ipotizzate nei confronti degli indagati, a vario titolo, sono associazione a delinquere, furto aggravato sia delle postazioni Atm sia dei mezzi per mettere a segno i colpi come autovetture, furgoni ed escavatori. Per alcuni indagati anche la simulazione di reato per aver falsamente attestato la sottrazione di propri veicoli poi utilizzati negli assalti, nonché il danneggiamento di alcune vetture durante lo sradicamento delle postazioni bancomat.
Durante l’’attività sono stati sequestrati una bombola contenente ossigeno, destinata a bloccare l’attivazione del meccanismo di macchiatura delle banconote ed un disturbatore di frequenze, un «Jammer», utilizzato per inibire il funzionamento di cellulari e dispositivi Gps durante i colpi.
L’ammontare globale delle somme asportate va oltre i 225 mila euro, di cui 74 mila circa sono stati recuperati durante le indagini e restituiti all’istituto di credito vittima dell’assalto.
Questi i nomi delle persone destinatarie delle misure cautelari.
In carcere finiscono: Massimiliano Gaspare Salafia, nato ad Erice classe 77; Antonino Anselmo, Trapani 63; Andrea Tropea, Acireale 88; Alessandro Valentino Longo, Catania 78; Concetto Mannuccia, Catania 84, Antonino Viglianesi, Catania 79; Isidoro Salvatore Rallo, Marsala 66.
Arresti domiciliari per: Giuseppe Di Dio, Erice 59: Rosario Maisano, Erice 78; Gaetano Barbera, Trapani 44; Bartolomeo Rallo, Marsala 92; Fabio Vincenzo Licari, Marsala 75; Salvatore Domenico Zerilli, Erice 70; Fabrizio Stabile, Marsala 92.
Obbligo di soggiorno nel comune di residenza per Pietro Maisano, Erice 73; Maria Barbera, Trapani 75;Francesco Mancuso, Erice 89; Domenico Savalla, Marsala 96.
Tra gli indagati, per il quale, non è stata disposta alcuna misura cautelare il marsalese Aldo Cosimo Vinci, classe 68.