Con ordinanza firmata dal gip di Palermo Fabio Pilato, una donna di Termini Imerese (Palermo) e un prete in provincia di Perugia sono stati arrestati dai carabinieri. Sono accusati di prostituzione minorile. Il prete si trova in carcere, la donna ai domiciliari.
Secondo le indagini dei militari la donna avrebbe acconsentito, ricevendo denaro, che il figlio in chat avesse rapporti virtuali con il sacerdote. Il figlio della donna sarebbe una delle vittime.
Le richieste del prete sarebbero state molto esplicite. Il sacerdote chiedeva video e videochiamate in cambio di pochi euro o di favori come la ricarica della carta prepagata. Adesso il prete, originario di Caltavuturo, si trova nel carcere di Spoleto.
Il prete avrebbe fatto leva sul disagio sociale dei ragazzini e delle loro famiglie per richiedere foto e video. Le indagini sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Termini Imerese.
Sono in tutto quattro i ragazzi ai quali il prete avrebbe chiesto video e foto hard in cambio di soldi e regali. Sono tutti minori di Termini Imerese. Tra il gruppo di vittime si era sparsa la voce, raccontano le intercettazioni. E così prima ha iniziato un ragazzino di 17 anni, poi gli altri tre.
Le indagini sono cominciate tra maggio, giugno e luglio del 2020.
Le intercettazioni
E intanto emergono particolari raccapriccianti sulle abitudini del religioso, che faceva sesso virtuale con i minorenni, con videochiamate e chat, in cambio di pochi spiccioli. Una ricarica telefonica, una carta prepagata, un pacco di sigarette. Soldi presi dalle offerte dei fedeli in chiesa. E’ quanto emerge dall’ordinanza firmata dal gip di Palermo Fabio Pilato, che descrive un “perverso modus operandi in totale spregio dei principi di etica e di religiosità che dovrebbero ispirare il suo comportamento”. Sono decine le telefonate citate dal gip nell’ordinanza di custodia cautelare, visionata dall’Adnkronos, che ha portato in carcere il parroco. E ai domiciliari la madre 50enne di uno dei ragazzini minorenni, perfettamente consapevole, secondo l’accusa, dello scambio di sesso e soldi tra il figlio e il sacerdote. Anzi, come emerge da una intercettazione, è lei a chiedere al figlio di mandare un video al religioso di 63 anni.
In una telefonata il prete “pur dimostrandosi compiaciuto del video a contenuto sessuale ricevuto” da un ragazzo di 17 anni, “ne pretende un secondo di identico contenuto dove è possibile vedere anche il volto del minore al momento dell’orgasmo”. “Mandamene uno dove si vede il tuo volto mentre godi… che mi piace molto..”, dice al ragazzino. “Dinanzi alla richiesta di danaro formulata dal ragazzo” il prete “risponde rammentando al suo giovane interlocutore che già in passato gli aveva mandato dei soldi”. Ecco il dialogo tra i due: “Va bene…si vedrà…Poi ci dico…il regalino non lo deve fare? Non…non pretendo…se…se lo vuole fare…se non lo vuole fare…niente!”, dice il ragazzo. “Eh ma quante volte ti devo fare sto regalino…una volta ti ho mandato pure i soldini…non hai fatto niente lo stesso…”, risponde il religioso. “Mandami questo video come ti ho detto io…”, insiste il prete. “Oppure fai un video in diretta…”, gli dice ancora. Un sacerdote “privo di poteri di autocontrollo” ed “in preda ai suoi impulsi”. Scrive il gip del Tribunale di Palermo Fabio Pilato. Ecco alcuni stralci di intercettazioni: “”Cosa fareste tu e D. insieme a me?”, chiede il parroco a un ragazzino. E lui: “Tu lo sai cosa faremmo”. “Dimmelo”. E ancora: “Tu da che parte vuoi stare?”. Seguono altre frasi piene di volgarità. “Potreste fare cambio”. “Una volta l’uno!”, dice il ragazzino. “Va bene” risponde il prete”.