[embed_video id=106720]Leggo con stupore l’articolo pubblicato ieri su radiocl1 nel quale si rappresenta (e non è la prima volta) una verità distorta e, volutamente, colorita.
Premetto che non mi perderò nel ribadire che quella del giornalista è un’attività professionale importantissima che va svolta da chi è giornalista (pubblicista o professionista) iscritto all’Albo, perchè rischierei di essere pedante e non è questo il mio obiettivo.
Per tale ragione sento il bisogno di ribadire alcuni concetti semplici che hanno un unico obiettivo: rimarcare l’identità del POLO CIVICO CIVES 3.0 .
Inutile nascondersi dietro un dito e fare finta che tutto vada bene, sappiamo (e noi “polisti civici” lo sappiamo bene) che la città sta attraversando un difficile momento che coincide con l’Amministrazione attuale; sappiamo il peso e la responsabilità per essere stati (e ci auguriamo di esserlo ancora adesso) voluti e sostenuti dalla nostra comunità nel 2014 e, soprattutto, riteniamo sia indispensabile attuare o, quanto meno, porre le basi, per attuare il programma politico condiviso e votato dalla maggioranza della Città.
Svolgere la funzione di garanti, quindi, impone a noi tutti di sostenere e vigilare chi deve attuare quel programma politico e sociale. Così come deve essere critico (in modo costruttivo e non distruttivo) allorquando l’attività interna al Polo e quella Amministrativa non seguono i binari indicati e costruiti nel (sembra ormai lontano) 2014.
Il Polo Civico è, e vuole essere, una realtà politica inclusiva tendente ad aggregare tutte le forze sane e volenterose che hanno a cuore un progetto di Città solidale e partecipata, senza se e senza ma. Ogni riunione ed assemblea hanno come obiettivo la costruzione ed il consolidamento di un percorso, l’analisi di ciò che si è fatto, l’analisi critica di ciò che non si è ancora realizzato, la predisposizione dei mezzi per realizzare gli obiettivi a medio e lungo termine.
Questo è il nostro metodo, quel metodo che ci impone, anche e soprattutto, di essere critici nei confronti dei nostri rappresentati istituzionali quando l’attività amministrativa non si colora e caratterizza di tali peculiarità.
Lasciamo ai cronisti “abusivi” il gusto ed il piacere di continuare a scrivere ciò che li ripaga dalle proprie paturnie e dalle proprie insoddisfazioni.
Noi abbiamo il dovere di occuparci del “Progetto Città” ritornando tra la gente e lavorando per i nostri concittadini e per la città, sostenendo e (laddove occorra) criticando l’Amministrazione e formando una nuova classe Dirigente capace di gestire (nel rispetto dei nostri principi) la Cosa Pubblica.
Boris Pastorello