Momenti di grande commozione in aula al momento della lettura del dispositivo della sentenza che
ha definito il giudizio abbreviato per la morte di Aldo Naro, il giovane ucciso nella discoteca Goa di
Palermo la notte del 14 febbraio 2015.
Dopo quasi quattro anni il Tribunale di Palermo (giudice Fernando Sestito) ha affermato che
l’assassino di Aldo Naro non è uno solo. Così come chiesto dai legali delle parti civili, gli avvocati
Salvatore Falzone e Antonino Falzone, il giudice ha infatti ordinato la trasmissione degli atti al
procuratore della Repubblica di Palermo per le valutazioni di competenza nei confronti di Gabriele
Citarrella, Francesco Troia e Pietro Covello per il reato di omicidio in concorso ex art. 575 c.p..
Inoltre, per quanto riguarda il solo Gabriele Citarrella, inspiegabilmente mai indagato nonostante la
presenza di gravi indizi a suo carico fin dall’epoca dei fatti, il dott. Sestito ha disposto che la
Procura palermitana valuti, in aggiunta all’ipotesi di omicidio, la sua responsabilità per il reato di
rissa aggravata dall’evento morte.
“Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza” affermano gli avvocati di parte civile. “Ma
certo possiamo già dire che è stato compiuto un passo in avanti verso l’accertamento della verità.
Un passo importante, se si considera che secondo la Procura non vi sarebbe stato ‘alcun
coinvolgimento di persone maggiorenni nell’omicidio’. Addirittura, secondo la tesi accusatoria
Aldo Naro si sarebbe accasciato per terra ‘a causa di una caduta accidentale’ mentre scendeva le
scale del privè dove era scoppiata la rissa. In quel frangente la vittima avrebbe ricevuto il calcio
mortale del buttafuori minorenne abusivo, reo confesso e unico soggetto imputato per omicidio e
poi condannato. Denunciamo da tempo – concludono gli avvocati Falzone – le troppe lacune e i
troppi elementi contraddittori che hanno caratterizzato le indagini. Ed esprimiamo viva
soddisfazione per una decisione coraggiosa che rende giustizia ai familiari di Aldo”.
“Abbiamo sempre affermato – dichiarano i genitori del ragazzo – che noi non cerchiamo vendetta
ma giustizia. Nonostante le amarezze e le umiliazioni subìte in questi anni, abbiamo continuato ad
avere fiducia nelle istituzioni e in particolar modo nella magistratura giudicante. Aldo, un giovane
pieno di vita che amava la vita, è stato vittima di un brutale pestaggio, come confermano anche le
immagini dell’autopsia. Non può essere stato uno solo l’assassino di nostro figlio. E la sentenza del
giudice Sestito, al quale esprimiamo tutta la nostra gratitudine, ci dà finalmente ragione. Rimane
ancora molta strada da percorrere. Ma è inutile dire – concludono – che insieme ai nostri avvocati ci
batteremo fino alla fine senza paura di niente e nessuno”.
Condannati a due anni di reclusione per rissa Giovanni Colombo, Pietro Covello e Mariano Russo,
oltre al risarcimento dei danni per le parti civili e al pagamento delle spese processuali.
Assolti per non aver commesso il fatto Giuseppe Micalizzi, Carlo Salvatore Lachina, Giuliano
Bonura, Daniele Cusimano, Natale Valentino e Francesco Meschisi (quest’ultimo perché il fatto non
costituisce reato).
Tra novanta giorni le motivazioni.
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