Le recenti dichiarazioni dell’on. Alessandro Pagano sulle prossime mosse politiche in vista delle
amministrative nissene ci hanno ricordato l’esistenza a Caltanissetta del vessillo leghista oggi in auge un po’
ovunque sul suolo italiano. Le parole del leader nisseno della Lega da un lato hanno aumentato le
fibrillazioni nel grande e variegato mondo del centrodestra locale dall’altro invitano ad una riflessione
sull’opportunità di un’alleanza – seppur di contratto, come oggi si dice, o meramente elettorale – con il
partito di Matteo Salvini.
Tre sono i temi che invitano alla cautela in merito ad una possibile alleanza con la Lega. Il primo
scaturisce dal passato politico dei referenti nisseni dei salviniani costellato da un variegato procedere tra
Forza Italia e il cuffarismo, dal Nuovo Centro Destra al campisismo. Scelte partitiche tutte legittime che
segnano, tuttavia, responsabilità politiche-amministrative del nostro territorio raramente rilette con benevoli
giudizi.
La seconda prospettiva è generata dall’attuale linea politica di Matteo Salvini. Se è vero che le
amministrative rispondono a logiche altre rispetto alle politiche, è ancora più vero che non si può
dimenticare, in un’ipotetica alleanza locale con la Lega, di proporsi alla guida dell’ente comunale insieme a
coloro che la pensano in un certo modo – come si evince dalle proposte su scala nazionale – in tema di
migrazioni, di condoni edilizi e fiscali, dell’amministrazione della giustizia, della sicurezza e del predominio
economico-politico del Nord rispetto al Sud Italia. Si tratta di azioni e visioni politiche strettamente connesse
all’amministrazione di un comune.
La terza questione deriva da un ragionamento critico nei confronti di quelle argomentazioni – oggi in
voga tanto a livello territoriale quanto sullo scenario nazionale – tese a giustificare qualsiasi accoppiamento
partitico sulla base della validità dei progetti per il territorio. Infatti, dinanzi ad un ipotetico accordo
elettorale con la Lega nissena, come sarà possibile scindere i programmi per la città dai quei professionisti
della politica i quali, ormai da decenni e con varie responsabilità, hanno amministrato il nostro territorio?
Siamo sicuri che persino don Luigi Sturzo, dinanzi ad uno scenario del genere, si rimangerebbe il suo celebre
motto “Programmi e non persone”. Espressione che oltre a prevedere progetti innovativi per l’Italia avanzava
il desiderio dell’avvento di una nuova e popolare classe politica.
Alla luce di questi tre punti di riflessione, si può giungere ad una conclusione. Coloro che nelle
prossime competizioni amministrative a Caltanissetta si alleeranno con la Lega di Matteo Salvini non
commetteranno peccato, ma semplicemente un accordo politico inopportuno per la nostra comunità.
Giovanni Bunoni, Davide Capodici, Rocco Gumina, Enrico Lipani, Fabio Mocciaro